Tecnologia & Perplessità - Termometro da Forno or Oven Thermometer

Come commentare il fatto che io abbia comprato un termometro da forno per "non avere più problemi" con le cotture di dolci e affini quando il detto termometro, a forno spento e in disuso da giorni, segnava circa 60°. Quando, con un giro di manopola ho dato il comando "Che si giunga ai 180°", il pigro termometro è rimasto incantato sotto i 100° per un bel po', fino a che l'ho dato per defunto, se non che, nel momento in cui ho chiuso lo sportello, dopo aver infornato una torta di carote di cui vi parlerò in seguito, ha avuto un guizzo di vitalità e tutto ad un tratto s'è messo a scalare vette di calore che non avrebbe dovuto raggiungere. In pochi secondi, e sotto i miei occhi increduli, la lancetta ha cominciato a inerpicarsi al di sopra dei 150° e poi, con un balzo, ecco che ha toccato i 165, di corsa verso i 180 e ho capito in un attimo che non si sarebbe fermato lì dove avrebbe dovuto. Infatti salutati i 180, è andato ad accaparrarsi i 190 e fino ai 200 e passa. Io intanto ho manovrato le manopole partendo al contrattacco e staccando subito il rifrullo d'aria della convenzione ho placato i bollenti spiriti del forno abbassando la temperatura quel tanto che bastava per fermare questa assurda e non rischiesta impennata, che aprire lo sportello era assolutamente vietato, pena la cattiva riuscita di questa torta che da tempo stavo meditando e per la cui creazione ho dovuto anche improvvisarmi speziale e alchimista per produrre un introvabile zenzero candito.
Ora assestatosi il termometro imbizzarrito sui 165°, a metà strada fra la temperatura consigliata per l'opzione ventilata e quella statica, la torta cresce tranquilla nel suo stampo, incurante della lotta che è avvenuta a suon di manopole e lancette perché uscisse perfetta e fragrante dal forno.
Non resta che aspettare mentre il profumo di melassa e zenzero si appropria della casa baciata dal sole al tramonto.

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